Your Next Toolkit Tech: le chiavi fondamentali per un founder tecnico

Elio Fiore

Sviluppo Prodotto e Tecnologia

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2 set 2025

2 set 2025

Diventare co-founder tecnico di una startup è molto diverso dal lavorare in una grande azienda di prodotti o di consulenza. Significa abbandonare processi strutturati e standard di qualità a favore di velocità, adattamento e sperimentazione continua.

Prima di accettare questa sfida, chiediti onestamente: sei disposto a sporcarti le mani e ad abbracciare un po’ di caos?

In questo articolo vedremo:

  • perché all’inizio il codice può (anzi, deve) essere imperfetto,

  • come il tuo ruolo va ben oltre la programmazione,

  • e come portare un prodotto sul mercato il più velocemente possibile.

Il tutto con esempi reali presi da startup come Pokémon Go, Optimizely, DoorDash, Figma e Facebook


Oltre il codice

Se pensi che da co-founder tecnico farai “solo il programmatore”, preparati a ricrederti.

In una startup nascente dovrai occuparti di tutto:

  • scrivere codice (front-end, back-end, database),

  • prendere decisioni di prodotto,

  • gestire UX/UI e configurazioni IT,

  • persino supportare i primi clienti.

👉 In una big company i ruoli sono definiti. In una startup sei esperto di tutto fino a prova contraria.

La chiave non è la specializzazione, ma pragmatismo, curiosità e adattamento

La curiosità deve servire a risolvere problemi in fretta, non a perdersi tra corsi o video. Meno documenti e riunioni, più prototipi e soluzioni pratiche.


Basta che funzioni

In una startup la perfezione tecnica all’inizio è un lusso che non puoi permetterti.

Come dice Reid Hoffman (co-fondatore di LinkedIn):

“If you’re not embarrassed by your first product release, you’ve released too late.”

“Se non provi un po’ di imbarazzo per la prima versione del tuo prodotto, vuol dire che l’hai lanciato troppo tardi” 

📌 Gli utenti non giudicano il tuo codice: valutano il valore che ricevono.

Esempio: Pokémon Go al lancio era pieno di bug e server instabili, eppure ha conquistato milioni di persone.

Il debito tecnico non deve spaventare: prima pensa al product-market fit, poi potrai ripulire il codice e scalare l’architettura.


Prototipa in giorni, non in mesi

L’obiettivo non è costruire subito il prodotto finale, ma un MVP minimo e veloce.

Esempi concreti:

  • Optimizely (A/B testing) → I fondatori costruirono il prototipo in 2 giorni, giusto il necessario per mostrare il valore del testing A/B. 

Questo dimostra che bastano poche righe di codice per testare un concetto, se vai dritto al cuore del problema.

  • DoorDash (food delivery) → primo sito statico con 8 PDF e un numero di telefono. Gli ordini arrivavano via Google Voice, e i fondatori gestivano consegne e tracciamenti manualmente. Bastò un piccolo test con AdWords per ricevere il primo ordine e capire che c’era domanda. 

Qui la lezione è chiara: anche un servizio fatto “a mano” può validare un bisogno reale.

Entrambi hanno validato il bisogno reale con versioni minime, che aprirono la strada a imprese miliardarie.

La regola pratica:
👉 se dopo 6-9 mesi stai ancora sviluppando senza utenti reali, sei caduto nella trappola della perfezione.


L’eccezione:
Figma

I fondatori Dylan Field ed Evan Wallace rimasero in stealth per 3 anni prima di lanciare. Stavano tentando qualcosa di radicale: un editor di grafica collaborativa nel browser in real-time – che non poteva permettersi di uscire “così e così”. Lanciare troppo presto avrebbe compromesso la credibilità del progetto. 

È stata una scommessa rischiosa ma vinta, resa possibile da capitali consistenti e da una visione molto chiara.

Questo esempio serve a ricordare che a meno che non si abbiano le stesse condizioni, meglio puntare sulla velocità e validare presto.


DevOps senza DevOps

All’inizio sei spesso l’unico tecnico. Oltre al codice, dovrai anche occuparti di deploy, server e database: niente team DevOps a supporto.

La buona notizia è che oggi esistono strumenti e servizi che ti permettono di tagliare drasticamente il lavoro operativo:

  • Heroku / Render → deploy in pochi click, senza configurazioni complesse.

  • Vercel / Netlify → ideali per applicazioni web con frontend e API.

  • Firebase / Supabase → backend-as-a-service con autenticazione, database e storage già pronti.

  • Servizi serverless (AWS Lambda, Cloudflare Workers, ecc.) → scalabilità automatica senza pensare ai server.

Queste soluzioni ti permettono di saltare molta infrastruttura e concentrarti su ciò che conta davvero: il prodotto.


Lo stack tecnologico veloce

La regola è semplice: usa gli strumenti con cui ti muovi più in fretta, non ciò che è di moda.

Evita di copiare Big Tech: microservizi e Kubernetes non servono in fase early-stage. Meglio un’app monolitica, semplice da gestire e deployare.

Punta su tecnologie che conosci già e che hanno community solide: ti faranno risparmiare tempo ora e problemi domani.

Un esempio di stack rapido ed efficace:

  • Next.js → frontend + API nello stesso framework

  • Supabase → backend già pronto (db, auth, storage)

  • React Native → app mobile multipiattaforma

👉 L’innovazione la porti sul prodotto e sull’esperienza utente, non sull’architettura tecnica.


Costruire in produzione

In una startup devi rilasciare in continuazione.

Obiettivo pratico: una feature o un miglioramento al giorno in produzione.

Perché?

  • Ogni rilascio = un esperimento.

  • Feedback immediato dagli utenti.

  • Motivazione per il team.

👉 Prima cosa: metti online uno starter (anche vuoto o incompleto). 

Questo approccio vale sia per il front-end che per il back-end: avere entrambi già online ti abitua a lavorare in produzione fin dal giorno zero, creando un ciclo di feedback rapido e concreto. 


Prima il dovere, poi il piacere

All’inizio: codice brutto, duplicato, non scalabile. È normale.
La priorità è segnare punti (utenti, metriche, ricavi) prima che finisca il tempo.

Solo dopo il product-market fit potrai permetterti di:

  • fare refactor,

  • introdurre test automatici,

  • costruire infrastruttura solida.

Facebook nei primi anni diceva “Move fast and break things”, e solo dopo miliardi di utenti ha corretto il tiro con “Move fast with stable infrastructure”.

👉 Ricorda: fatto è meglio di perfetto. 


Conclusioni

Essere co-founder tecnico significa molto più che programmare.
Significa accettare il caos, imparare in fretta e mettere il prodotto davanti agli utenti il prima possibile. Le regole sono:

  • Velocità prima della perfezione.

  • Stack semplice e veloce.

  • Deploy continui, anche in produzione.

  • Il codice si può ripulire dopo, il tempo perso no.

👉 Finché non raggiungi il product-market fit, il tuo compito è uno: creare valore per gli utenti e crescere.

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